La Permacultura di Bill Mollison

Bill Mollison e David Holmgren hanno ideato la Permacultura. Giá molti anni fa Mollison capí il problema che stava nascendo a causa dell’agricoltura commerciale moderna. A partire dalla seconda guerra mondiale la maggior parte dei terreni del pianeta sono stati distrutti dalle pratiche agricole commerciali. La permacultura é il risultato di anni di osservazione della natura e delle forze che la governano, nel tentativo di trovare una soluzione pratica che potesse risolvere i problemi che la coltivazione industriale stava creando.

Dal momento in cui si iniziarono a piantare distese interminabili di monocolture iniziarono i problemi con le monopiaghe e quelli derivanti dall’uso massiccio di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti. Bill Mollison diceva che il bosco é il miglior sistema educativo esistente sul pianeta e partendo proprio dall’osservazione del bosco naturale capí che gli animali sono parte integrante del sistema, una parte che anche se mobile non puó  essere separata da esso. Ci sono animali che hanno bisogno dei funghi per vivere, i funghi hanno bisogno degli alberi mentre gli alberi hanno bisogno degli animali e dei funghi. É un circolo. Aveva capito che l’intero sistema agricolo mondiale non era concepito per produrre cibo ma soldi e che la permacultura era la vera soluzione alla fame nel mondo. Piantare boschi commestibili su tutto il pianeta avrebbe risolto i problemi alimentari anche di quelle nazioni ormai desertiche a causa della mano dell’uomo. Ma la permacultura non significa solo piantare alberi e piante. La permacoltura è un disegno che tiene in considerazione le necessitá di tutti gli esseri che vivono in determinato un sistema,  é un progetto che utilizza al meglio le risorse e i prodotti di scarto. É la progettazione di un ambiente che è un paradiso in terra. Nel video intitolato “In grave pericolo di scarsitá di cibo” Bill mollison si sofferma anche su alcune questioni come la manipolazione genetica e l’idiozia delle cittá nel continuare a sprecare energie  per mantenere strutture non naturali come ad esempio i prati inglesi, quando al loro posto ci potrebbero essere vegetali piú utli o commestibili. Mollison é un rivoluzionario e diceva che se fosse stato un guerrigliero urbano avrebbe iniziato la sua rivoluzione piantando nocciole nei prati e orti sui balconi.

Il suo sogno é quello di vedere la permacultura adottata come modello agricolo in tutto il mondo e grazie a Mollison la permacultura é stata esportata in 30 paesi diversi e spiegata in piú di 200 lingue. In questo secondo video “Il giardiniere globale” vediamo Mollison che dalla Tasmania va fino in Canada e passando per l’Europa ci mostra come la permacultura puó essere applicata nei diversi tipi di clima. Ci fa incontare Robert Hart, un altro grande maestro della permacoltura che viveva in Inghilterra e che é stato il pionere della permacoltura nelle zone temperate. Secondo Mollison le zone a clima temperato sono le piú favorevoli per la permacultura in quanto ogni inverno la quantitá di fogliame che cade al suolo genera una quantitá enorme di humus rendendo i boschi di queste aree tra i piú fertili del mondo. Bill ci porta a visitare una casa bioclimatica ad alta efficienza energetica in Tasmania e una fattoria in Germania che funziona con biogas autoprodotto.

A causa della cattiva informazione e per colpa delle decisioni politiche che  si occupano troppo del mercato e poco delle necessitá dell’ambiente e dei bisogni della gente, sono ancora molti quelli che non conoscono la permacoltura e tutti i vantaggi che offre. L’inganno dell’agricoltura moderna ha intrappolato in un circolo vizioso la maggior parte degli agricoltori del mondo e queste informazioni dunque, vanno diffuse quanto piú é possibile. L’agricoltura commerciale moderna non é sostenibile si basa interamente sui combustibili fossili ed é altamente inquinante. Un nuovo modello agricolo che si prende cura della terra restituendogli fertilitá e che nella fase di progettazione tiene in considerazione uomini, animali, piante, case e paesaggio esiste giá. Abbiamo bisogno di convertire il modello agricolo utilizzato attualmente in un modello che generi ecosistemi autosufficienti che si autoregolamentano, ecosistemi che siano abbastanza stabili e forti per resistere ai parassiti e alle malattie, che si sviluppino in armonia con tutte le specie viventi, che non generino inquinamento, ecosistemi che siano altamente produttivi e che siano pemanenti.      Utopia? No, Permacultura!

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Una risposta a La Permacultura di Bill Mollison

  1. Massimo ha detto:

    Ne sentivo parlare di questa permacoltura, leggendo sia dei praticanti che dei divulgatori non ho avuto dubbio, l’intellettuale vuole sempre appropriarsi a suo modo di ciò che non gli appartiene, come i due ideatori, gente che ha vissuto la terra sui libri stampati e fatta propria sempre da gente che la terra non l’ha mai vissuta se non dopo una crisi esistenziale.
    L’agricoltura per chi non lo sapesse è dell’uomo da migliaia di anni, non c’è nulla da scoprire, quella industralizzata sempre per opera degli intrellettuali in questo caso predatori e sfruttatori della natura ha prodotto danni irreparabili ma l’agricoltore non è responsabile, quelli che si prestano a queste tecniche colturali non hanno nulla dell’agricoltore.
    L’agricoltura famigliare come ho conosciuto io, quella che l’uomo nella storia ha sempre praticato, ma forse non è abbastanza chic visto che, del tutto sconosciuta ai cittadini, è semplicemente agricoltura, ancora oggi coltivo per uso personale senza scomodare le ideologie, e le filosofie, con semi autoprodotti, ho solo aggiunto tecniche di energizzazione dal passato, quelle si non erano note a mio padre, ma niente sconvolgimenti intellettuali, quegli ideatori della permacoltura semplicemente non volevano fare fatica, perchè piaccia o no coltivare richiede impegno fisico, insomma la terra è bassa, pratica indigesta a quel genere di persone.
    L’agricoltura normale questo si applichi, si vada piuttosto a studiare le varie tecniche dei popoli della terra, fondata sull’esperienza fatte in campo nel corso dei secoli, esperienze i ed applicazioni pratiche queste sono le vera ricchezze prese da chi ha osservato e sperimentato nel corso delle generazioni.
    Ovviamente la mia posizione rifiuta la manipolazione dei vegetali, la forzatura innaturale con sostranze di sintesi il cui effetto è l’indebolimento delle piante così da dover essere sostenute da fitofarmaci, si può notare come gli attori in gioco traggono profitto da questo stato delle cose,
    Non può esistere agricoltura spontranea in forma massiva, In prospettiva quasi il 70 % della popolazione mondiale vivrà in città, la densitrà di abitanti è già oggi tale che le abitazioni fanno concorrenza ai terreni coltivabili, le acque dolci dovranno essere affiancate da quelle potabilizzate dai mari, visto che si parla di natura dovrebbe essere chiaro come la densità sia una variabile fondamentale, ogni forma vivente richiede spazio e alimento, consuma risorse.
    La natura attraverso la catena alimentare regola le densità delle varie forme di vita, ma anche i vegetali in natura non vivono sovraffollati ( monocolture ) il punto non è permacoltura o sostenibilità, ma quale sostenibilità se il pianeta accoglie 7,5 mld di persone e ogni anno ca. +80 mln nel saldo nati morti ?
    La vera sfida e riportare la popolazione mondiale ad un livello accettabile, dovremo forse razionare cibo e spazio per fare posto a tutti ? perchè sostenibile in pratica è questo che vuole far intendere, ma in natura il principio è differente, equilibrio tra le varie forme viventi.

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